Samsung Galaxy A14 solo su eBay lo paghi MENO di 150 euro!
Approfitta del prezzaccio che trovi solo su eBay e acquista ora il Samsung Galaxy A14 pagandolo solamente 147 euro!
Leggi Samsung Galaxy A14 solo su eBay lo paghi MENO di 150 euro!
Tastiera Apple Magic Keyboard con Touch ID e tastierino numerico IN OFFERTA su Amazon!
Approfitta dello sconto temporaneo e acquista adesso su Amazon la tastiera Apple Magic Keyboard!
Leggi Tastiera Apple Magic Keyboard con Touch ID e tastierino numerico IN OFFERTA su Amazon!
iPhone 14 5G (128GB) Mezzanotte, con lo sconto Amazon di oggi FINALMENTE puoi AVERLO
WhatsApp: presto condivisione stato tra dispositivi associati
Su WhatsApp sarà possibile condividere testo, video, immagini, GIF e messaggi vocali come aggiornamenti di stato tra device associati.
Leggi WhatsApp: presto condivisione stato tra dispositivi associati
EA SPORTS FC 24 per PS5 SCONTATISSIMO su Amazon (-38%)
Honor X7, su Amazon il prezzo precipita al MINIMO STORICO: bastano 123€ e lo porti a casa
SUPER PROMO: Xiaomi Redmi 12C è scontato del 40% su Amazon!
Approfitta del super sconto del 40% e acquista ora su Amazon lo Xiaomi Redmi 12C ad un prezzo bassissimo!
Leggi SUPER PROMO: Xiaomi Redmi 12C è scontato del 40% su Amazon!
Powerbank IMMENSO da 33.800mAh con ricarica rapida e ingressi e uscite USB-C: solo 18€ su Amazon
17€ su Amazon per le cuffie TWS di Lenovo: Natale SUONA BENISSIMO
Microsoft 365 Copilot introdurrà le “pinned chat” in stile Teams
Su Microsoft 365 Copilot si potranno “fissare” fino a 15 chat, per permettere agli utenti di organizzare meglio il proprio lavoro.
Leggi Microsoft 365 Copilot introdurrà le “pinned chat” in stile Teams
Come vedere Me Contro Te La Famiglia Reale 2 in streaming
In questo articolo trovi le istruzioni su come vedere Me Contro Te – La Famiglia Reale 2 in streaming: ecco tutto quello da sapere.
Leggi Come vedere Me Contro Te La Famiglia Reale 2 in streaming
Goditi le feste al sicuro dagli hacker con Kaspersky Premium (-60%)
Approfitta dei saldi natalizi per ottenere uno sconto fino al 60% sulla licenza annuale di Kaspersky Premium (antivirus + VPN insieme).
Leggi Goditi le feste al sicuro dagli hacker con Kaspersky Premium (-60%)
JAKE SULLY di Avatar in versione FUNKO POP in MAXI SCONTO su Amazon
Oggi su Amazon è presente un maxi sconto su un pezzo Funko Pop davvero unico: Jake Sully di Avatar scontato del 26% e venduto a 16€.
Leggi JAKE SULLY di Avatar in versione FUNKO POP in MAXI SCONTO su Amazon
Podcast RSI – Arriva Threads: come usarlo e come scoprire la sua novità nascosta
ALLERTA SPOILER: Questo è il testo di accompagnamento al podcast
Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera che uscirà questo
venerdì presso
www.rsi.ch/ildisinformatico/.
Le puntate del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite
iTunes,
Google Podcasts,
Spotify
e
feed RSS.
—
[CLIP:
Michelle Hunziker su Threads con un commento colorito]
È la voce di Michelle Hunziker, che in un post vocale su Threads ha
brillantemente riassunto la reazione di molti all’arrivo anche in Europa
dell’ennesimo social network legato a doppio filo a Instagram e agli altri
servizi di Meta. Threads, presentato come rivale e possibile sostituto di
Twitter (o X, come si chiama ora), sta suscitando curiosità, sfinimento e
disorientamento, e questi sentimenti hanno fatto passare in secondo piano una
sua novità ben più importante: la cosiddetta federazione, che rende
possibile partecipare a un social network senza dovervi per forza aprire un
account e installare un’app apposita, senza essere bombardati dalla pubblicità
o da post indesiderati e senza regalare dati personali. E Threads non è
l’unico servizio online che sta abbracciando questo nuovo corso di Internet,
in cui una volta tanto siamo noi utenti a ricevere benefici e semplificazioni.
Benvenuti alla puntata del 22 dicembre 2023 del Disinformatico, il
podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie
strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo, e proverò a raccontarvi
Threads e questa novità chiamata fediverso.
[SIGLA di apertura]
Miniguida a Threads
Il 14 dicembre scorso è stato reso ufficialmente disponibile anche in Europa
Threads, il nuovo social network di Meta [disponibile fuori UE da luglio 2023, come ho raccontato qui], visto da molti addetti ai lavori
come l’ammazza-Twitter. In effetti Threads somiglia molto al rivale: serve a
pubblicare aggiornamenti e fare conversazioni pubbliche con altri utenti,
principalmente sotto forma di testi lunghi fino a 500 caratteri accompagnati
da foto, registrazioni audio e video e link, usando l’app per smartphone
oppure l’interfaccia Web di Threads.
Chi è già su Instagram può scaricare l’app di Threads e collegarla al proprio
account Instagram, senza doversi inventare e ricordare un nuovo nome utente o
una password aggiuntiva.
Questo semplifica molto la creazione di un account
rispetto agli altri social network, e infatti le iscrizioni iniziali sono
state molto numerose. Prima del rilascio in Europa, il nuovo social network di
Meta contava già circa
100 milioni
di utenti attivi mensili, sia pure con un certo declino dopo gli entusiasmi iniziali [stando a Quiver Quantitative, gli utenti totali sarebbero circa 160 milioni].
A differenza di Twitter e Instagram, Threads per ora non offre messaggi
diretti, ossia indirizzati a specifici utenti e non visibili agli
altri. Offre invece la possibilità estremamente utile di pubblicare link
cliccabili nei normali post, cosa che Instagram invece non consente. Inoltre i
testi dei post sono modificabili anche dopo la pubblicazione, cosa che Twitter
consente solo agli utenti paganti; però la modifica su Threads è possibile soltanto entro
i primi cinque minuti,
che di solito comunque è quanto basta per sistemare gli errori di scrittura più
frequenti.
Un’altra particolarità di Threads è il modo in cui usa gli hashtag. Se li
scrivete nella maniera normale, ossia digitando il simbolo di cancelletto (#)
davanti alla parola che volete usare come tag, il simbolo sparisce e tutto
quello che scrivete da quel punto in poi diventa un tag cliccabile, anche se
inserite degli spazi. Inoltre si può mettere un solo hashtag per ogni post. Un
po’ disorientante, per chi è abituato a riempire i propri post di hashtag e farli
diventare una selva puntuta di cancelletti.
C’è anche un’altra differenza importante rispetto a Instagram: Threads
funziona benissimo anche su computer, in una scheda del browser, e offre
praticamente le stesse funzioni presenti nell’app, a parte in alcuni casi i
post vocali, mentre la versione browser di Instagram è estremamente limitata
rispetto all’app. Visto che Threads è un social network basato principalmente
sul testo, è utile poterlo usare su un computer, che ha una tastiera adatta
per scrivere grandi quantità di parole.
Come Instagram e gli altri servizi social di Meta, anche Threads è gratuito nella sua versione base: l’azienda vive di pubblicità e di profilazione degli
utenti, e quindi usare Threads comporta riversare negli archivi di Meta grandi
quantità di dati personali. In sostanza, adottare Threads al posto di Twitter
significa affidarsi comunque agli umori di un altro ultramiliardario, Mark
Zuckerberg al posto di Elon Musk, e questo oggi suona un po’ come saltare
dalla padella nella brace, visto il caos perdurante su Twitter, dove numerosi
personaggi impresentabili (come il complottista statunitense Alex Jones) sono
stati riammessi, Musk fa dichiarazioni e prende decisioni dirigenziali sempre
più bislacche e imbarazzanti, gli account di numerose testate giornalistiche
sono stati silenziati o si sono autosospesi, e
gli inserzionisti pubblicitari
hanno
dimezzato
i loro investimenti perché sono preoccupati per gli accostamenti dei loro
marchi a post di odio, discriminazione e antisemitismo promossi dallo stesso
Elon Musk.
E se Zuckerberg facesse la stessa cosa? In fin dei conti, ha già
dimostrato anche lui in passato di dare precedenza alla propria convenienza rispetto a
quella degli utenti.
Se aggiungiamo a tutto questo la fatica di costruire da capo su Threads la
rete di amicizie, contatti e account seguiti su Twitter o su altri social
network, è comprensibile che l’arrivo di questo nuovo social network sia stato
accolto con parecchie espressioni di sfinimento.
Ma nel caso di Threads c’è una differenza importantissima rispetto a tutti i
social network commerciali precedenti e a quelli nascenti che tentano di
prendere il posto di Twitter, come per esempio Bluesky. Questa differenza si
chiama interoperabilità, ed è potenzialmente una rivoluzione nel modo
in cui usiamo i social network e tutta Internet.
Threads entra nel fediverso
Da pochi giorni su Threads è possibile fare una cosa che finora sembrava
impensabile: scambiare messaggi con chi è su Threads
senza dover essere iscritti a Threads.
Siamo ormai abituati all’idea, e ci sembra assolutamente normale e
inevitabile, che per comunicare con chi usa WhatsApp ci si debba iscrivere a
WhatsApp, per parlare con chi sta su Telegram ci si debba iscrivere a
Telegram, per seguire e commentare su Instagram si debba aprire un account su
Instagram, e così via. Il risultato è che ci troviamo a dover gestire una
caterva di app social, tutte incompatibili tra loro, e abbiamo su ciascun
social network tanti contatti, che non possono parlarsi tra loro e sono
costretti a restare dove sono perché i loro
contatti sono su quel social network.
È come se nella telefonia mobile chi ha uno smartphone Samsung potesse
telefonare solo agli altri possessori di telefoni della stessa marca e non
potesse assolutamente comunicare con chi ha un iPhone oppure un operatore
telefonico differente. Una situazione che sarebbe demenziale per il
consumatore, ma vantaggiosissima per le aziende, perché nessun loro cliente
oserebbe mai cambiare marca o operatore e passare alla concorrenza, perché
perderebbe tutti i propri contatti.
Con Threads non è così. Threads, infatti, sta iniziando a usare lo standard
aperto di comunicazione denominato
ActivityPub. È uno standard, più propriamente un protocollo, che permette
ai social network di diventare compatibili tra loro, ossia
interoperabili, e anche di federarsi, ossia consentire lo scambio di messaggi, ed è infatti già usato da molti servizi online, come Pixelfed, Peertube
o Mastodon e, da pochi giorni, anche da Flipboard. L’universo dei servizi uniti dal questo protocollo comune si chiama
fediverso.
In sintesi, l’adozione dello standard ActivityPub permetterà di interagire con
gli utenti di Threads senza avere un account su Threads, usando
semplicemente la propria app social compatibile preferita per seguire e
commentare, e quindi senza dare dati personali e senza sorbirsi
pubblicità. Con l’interoperabilità tutti possono comunicare con tutti.
Uno dei primi account interoperabili in questo modo è quello di
Adam Mosseri, responsabile di Instagram, che può essere seguito da qualunque utente di
qualunque social network aderente allo standard ActivityPub. Mosseri ha
dichiarato,
ovviamente in una serie di post su Threads, che nel corso del 2024 tutti gli
account di questo social network potranno essere seguiti stando fuori da
Threads e usando qualunque app che aderisca allo standard, mentre chi sarà su
Threads potrà seguire anche chi ne sta fuori, per esempio su Mastodon, e potrà
comunicare in modo diretto e trasparente con tutti. Cosa ancora più
innovativa, un utente potrà abbandonare Threads e portare con sé altrove tutti
i propri follower.
Per esempio, io ho un account su Mastodon, che è uno dei social network che
aderiscono allo standard ActivityPub. Potrò seguire qualunque utente di Threads,
ma anche di Flipboard, Firefish, Pleroma, GoToSocial, Pixelfed, Lemmy,
PeerTube, Friendica o BookWyrm, standomene su Mastodon, usando la singola app
che preferisco, senza sorbirmi pubblicità e senza pagare per non vederla: mi
basterà aggiungere @threads.net dopo il nome dell’account Threads che
voglio seguire. Tutto qui.
[CLIP: Gandalf dal Signore degli Anelli: “un anello per domarli tutti, un
anello per trovarli, un anello per ghermirli e nell’oscurità
incatenarli” (colonna sonora musicale rimossa con Lalal.ai)]
Rischio fagocitazione?
Può sembrare tutto molto complicato, ma se ci pensate un momento noterete che
facciamo già tutti la stessa cosa con la mail senza batter ciglio: mandiamo
continuamente mail a gente che sta su server di posta diversi dal nostro.
Per esempio, chi ha una casella di mail su Gmail scambia messaggi con chi ce
l’ha su Hotmail o sul server di posta della propria azienda, e viceversa; quando vogliamo mandare una mail, scriviamo il nome dell’utente destinatario seguito
dal nome del server di posta di quel destinatario, che di solito è il nome del suo
sito. Per mandare una mail a me presso la RSI, per esempio, scrivete il mio
nome utente, che è paolo.attivissimo, seguito dal nome del server,
che è rsi.ch. Fra i due mettete una chiocciolina e il gioco è fatto.
La cosa vi sembra normalissima perché Internet è nata proprio per consentire agli utenti di qualunque dispositivo di comunicare tra loro: sono stati i
social network a erigere muri e recinti artificiali per impedire agli utenti
di andarsene o di comunicare con chi sta fuori.
In altre parole,
l’introduzione dell’interoperabilità su Threads significa che questi recinti
possono cadere e che non ci deve per forza essere un colosso unico, come Meta,
che diventa padrone e arbitro delle comunicazioni di miliardi di persone e
milioni di organizzazioni, testate e aziende. Tutti possono comunicare con
tutti, appunto, e possono farlo usando l’app che preferiscono, senza dover
sottoscrivere le regole di un gestore unico, accettare i suoi algoritmi, i
suoi account suggeriti da seguire, la sua moderazione arbitraria e la sua
profilazione commerciale. Per miliardi di persone online, questo è un
cambiamento enorme.
Threads sta entrando insomma nel fediverso, ma non tutti ne sono entusiasti.
Cento milioni di utenti che sbarcano di colpo nell’universo
dell’interoperabilità rischiano di sovraccaricare di traffico molti gestori di
servizi online abituati finora a numeri ben più modesti. E il traffico ha un
costo economico, che può diventare insostenibile per le isole più piccole
dell’arcipelago che costituisce il fediverso. Più che entrare nel
fediverso, Threads rischia di inglobarlo e fagocitarlo, travolgendo i gestori
alternativi con costi di traffico che Meta può sostenere con disinvoltura,
grazie agli introiti pubblicitari, ma che i gestori, spesso basati su donazioni
e volontariato, non possono sopportare.
Alcuni di questi gestori hanno già alzato barriere di silenziamento preventivo contro
Threads; altri si preparano allo tsunami di nuovi utenti, spammer e postatori
compulsivi di “buongiornissimo caffè” con video di gattini da dieci megabyte
l’uno. Il bello del fediverso è che ogni gestore, ogni istanza per
usare il termine tecnico, può scegliere la propria strategia in base
alle proprie risorse tecniche ed economiche
senza che ne facciano le spese i suoi utenti.
Ma se Meta rischia di essere il proverbiale elefante nella cristalleria,
allora non conviene semplicemente usare tutti Threads e lasciar perdere
Mastodon e tutti gli altri? Non è così semplice. In Europa, Meta potrebbe
entrare in conflitto con le norme contro il cosiddetto
self-preferencing, ossia il trattamento preferenziale che una piattaforma offre a un proprio
prodotto o servizio a scapito di quelli dei concorrenti [esempio su Agendadigitale.eu]. Threads, in altre
parole, ha ricevuto una spinta molto speciale dal fatto di essere legato a
Instagram. Mastodon e tutti gli altri servizi del fediverso non hanno questo
rischio di conflitto.
Sia come sia, oltre a Threads ci sono
tanti altri servizi online
che stanno annunciando l’adozione dello standard ActivityPub o l’hanno già adottato, e
il 2024 potrebbe essere l’anno in cui fediverso non è più la parola di
moda del momento ma diventa un’industria concreta e una trasformazione dalla
quale, una volta tanto, abbiamo benefici anche noi utenti.
Fonti aggiuntive: What to know about Threads, Eugen Rochko; 2023 in social media: the case for the fediverse, David Pierce, The Verge; Meta’s Threads app launches across EU in blow to competitor X, Kari Paul, The Guardian; Threads is finally available to users in the EU, Ivan Mehta, Techcrunch; Threads launches for nearly half a billion more users in Europe, Jon Porter, The Verge.

