Mac OS X ha “ucciso” il desktop di Linux: è la conclusione di Miguel De Icaza, uno dei due creatori di GNOME nel 1997, incalzato da Klint Finley in un’intervista su Wired. Dopo la pubblicazione della chiacchierata col giornalista, De Icaza ha voluto specificare alcuni punti sul proprio blog perché la questione è complessa e lo sviluppatore messicano ha già attratto l’antipatia della comunità open source con Mono. I contenuti dell’articolo di Finley non sono eclatanti quanto il titolo e le considerazioni di De Icaza sono lucide.
Tanto lucide da ribaltare la prospettiva: il desktop, nella circostanza, ha un ruolo marginale perché il target che Linux avrebbe perso per Mac OS X è quello degli sviluppatori e non un mainstream che non ha mai raggiunto. La posizione di De Icaza è compatibile con quella di Stormy Peters – ex direttore esecutivo di The GNOME Foundation, in forza a Mozilla – che, insieme al Messicano, è stata intervistata su Wired. L’open web, oggi, è una priorità maggiore del free software e il sistema operativo scelto è sempre meno importante.
Ciò premesso, la maggiore attrattiva di Mac OS X rispetto a Linux per gli sviluppatori non dipenderebbe dal desktop environment. Finley ha intervistato De Icaza e Peters a supporto di una tesi che nessuno dei due ha confermato: Linus Torvalds critica GNOME e persino chi l’ha creato e amministrato ne ha preso le distanze, perciò il sistema operativo ha fallito sul desktop — mentre quello di Apple è in crescita. Né De Icaza, né Peters sembrano sostenere quest’idea… e il primo difende persino GNOME dalle critiche che lo investono.
E, allora, quale sarebbe il punto? De Icaza, più della boutade di Finley, raccontando la propria storia identifica dei problemi che la comunità di Linux dovrebbe prendere in considerazione — senza essere costretta a condividere le conclusioni del programmatore. De Icaza è passato a Mac OS X perché, lavorando con iOS per Xamarin, è stato praticamente costretto: se molti sviluppatori meno popolari hanno fatto lo stesso percorso c’è per forza un motivo. Quello che ha identificato De Icaza sarebbe la retro-compatibilità del codice.
Il desktop di Linux – inteso come tutta l’interfaccia grafica e non GNOME, KDE o Xfce in particolare – ha “corrotto” per anni il codice degli sviluppatori, costringendoli a continui aggiornamenti per mantenere il funzionamento dei loro programmi. Mac OS X, al contrario, avrebbe mantenuto la retro-compatibilità delle interfacce ottenendo più credibilità sul lungo periodo. Se soltanto queste dichiarazioni non coincidessero con l’introduzione del sandboxing per il Mac App Store sarebbe difficile contestare la posizione di De Icaza.
Personalmente, non credo che Mac OS X abbia “ucciso” alcunché e – dovendo confermare il passaggio di molti sviluppatori indipendenti da Linux – sono convinto che la retro-compatibilità del codice non sia il problema. La transizione a Mac OS X è causata da iOS e il successo di quest’ultimo fra i programmatori non ha nulla a che vedere con l’open source o la crisi del desktop di Linux: è giusto una questione economica, perché gli utenti di iOS sono più propensi a pagare per utilizzare le applicazioni rispetto a quelli di Android.
Via | Miguel De Icaza
Perché Mac OS X ha “ucciso” il desktop di Linux (per Miguel De Icaza) é stato pubblicato su Ossblog.it alle 11:00 di venerdì 31 agosto 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.