Scott Remnant – noto principalmente per essere il creatore di Upstart – ha scritto ieri un lungo intervento sul proprio blog in merito ai limiti dei Distributed Version Control System (DVCS), utilizzati per l’aggiornamento dei sorgenti nella programmazione.
L’ostilità di Remnant nei confronti di Git non è una novità: nella circostanza, però, lo sviluppatore ha identificato un problema davvero comune ed è difficile dargli torto. In sintesi, Remnant rivendica il cd. diritto all’oblio — nella creazione del codice sorgente.
L’esempio di Remnant è molto significativo. Utilizzando Git, qualunque modifica inviata al repository è destinata a restare per sempre nella cronologia. Abituati a lavorare su stringhe quick’n’dirty, i programmatori inviano spesso degli aggiornamenti inconsistenti.
Secondo Remnant, questa caratteristica dei sistemi di revisione del codice – che non è un’esclusiva di Git, s’intenda – “uccide” la creatività. Non è possibile inviare del codice estremamente sperimentale senza dover condizionare il lavoro degli altri sviluppatori.
La conseguenza più ovvia è che i programmatori sono portati a mantenere il codice in locale finché non raggiunga una maturità tale da giustificarne l’invio al repository. All’aggiornamento dev’essere associata pure una descrizione puntuale delle modifiche effettuate.
Chiunque mantenga un account personale su GitHub – senza troppe pretese – può verificare subito la tesi di Remnant. Inviato un commit, non si può tornare indietro. Purtroppo, quanto il creatore di Upstart non ha considerato sono le possibili soluzioni del problema.
Via | Scott Remnant
Scott Remnant enumera i limiti dei DVCS considerando, ad esempio, Git é stato pubblicato su Ossblog.it alle 11:00 di lunedì 09 luglio 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.