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Megaupload: illegale perquisizione e sequestro

HomeMegaupload: illegale perquisizione e sequestro

Una notizia clamoroso cambia la versione di quanto accadde cinque mesi fa a Megaupload (e Megavideo): l’Alta Corte neozelandese ha stabilito che il mandato di perquisizione firmato FBI non era valido. Questo significa che sul suo sequestro e le pesanti conseguenze per Kim Dotcom ora si aprono molti punti interrogativi.

Il peso massimo (in tutti i sensi) della pirateria online – anche se lui nega questo termine, ovvio – non è stato certo fermo in queste settimane: nonostante gli arresti domiciliari e un’estradizione che potrebbe avere tempi lunghi, Kim Dotcom ha già annunciato un nuovo progetto di file sharing musicale, MegaBox, e certamente la notizia che il sequestro della sua creatura precedente è da considerare illegale per le leggi del suo paese non può che aiutarlo nel cammino.

Nella breve sentenza (56 pagine) del giudice Helen Winkelmann, si scopre che il mandato non aveva i requisiti necessari:

“La polizia ha invocato avvisi di garanzia invalidi quando hanno cercato le proprietà e sequestrato vari oggetti. Perquisizione e sequestro sono dunque da considerarsi illegali.”

Le immagini (sopra) del suo arresto resteranno quindi un brutto ricordo, ma non una macchia indelebile per Megaupload, dando ragione a Steve Wozniak, il cofondatore di Apple, che disse che arrestarlo era come “chiudere un autostrada per qualche automobilista scorretto”. E ora che succederà?

Innanzitutto, la decisione sulla estradizione verso gli Stati Uniti è prevista per il 20 agosto: una decisione eventualmente positiva gli farebbe correre il rischio di scontare anche venti anni di prigione. Ma se tutte le procedure già andavano a rilento, ora che la Corte suprema ha sentenziato sulla legittimità di quell’arresto, sembra che per Kim Dotcom l’unico problema, al momento, sia il fatto che non può allontanarsi per più di 80 chilometri dalla sua abitazione. Ma gli amici, perfidamente, hanno già detto che questo dopotutto lo faceva già anche prima.

E c’è persino una beffa per l’FBI: il giudice ha invitato le autorità americane a restituire volontariamente i dischi rigidi contenenti il materiale video sequestrato. Così avrà indietro anche la strumentazione per ripartire col suo nuovo progetto. E lui non vede l’ora: sul suo profilo Twitter ha già pubblicato l’immagine dei tipici nastri della polizia, chiedendo:

“Scusate: posso prendere in prestito un paio di forbici?”

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