Sono passati pochi mesi dalle elezioni farsa in Birmania, con la giunta militare che fece di tutto per assicurare la vittoria al suo partito The Union Solidarity and Development Party, anche tenere prigioniera il Premio Nobel per la Pace, Auug San Suu Kyi e altre 2100 persone tra attivisti democratici e religiosi, monaci buddisti e giornalisti.
L’organizzazione Human Rights Watch continua il suo lavoro a sostegno dei 2100 prigionieri politici birmani con la campagna “2100 in 2010″. Nella sala centrale della Grand Central Station di NewYork la stessa organizzazione ha creato un’enorme installazione, riproducendo 200 celle di un’ipotetica prigione birmana. Avvicinandosi all’installazione si nota come le barre delle celle siano in realtà delle penne di colore nero, per un totale di 2100, una per ogni prigioniero politico.
I visitatori, accorsi numerosi, hanno rimosso le singole penne, utilizzate per firmare la petizione e liberare simbolicamente i prigionieri.