Sebbene RHEL 6.2 non venga considerata dagli ingegneri Red Hat una major release, questo rilascio porta importanti novità per quanto riguarda il supporto di nuove tecnologie hardware. I concetti chiave per questa versione sono: miglioramento delle prestazioni dello storage enterprise, affidabilità e riduzione dei costi.
Questa, è la prima versione a supportare pienamente l’estensione iSCSI di RDMA, consentendo così di accedere a dispositivi SCSI in modalità remota sfruttando la rete Ethernet. L’utilizzo di questa tecnologia consente di aumentare significativamente il throughput tagliando i valori di latenza. Prestazioni non possibili con i protocolli TCP/IP. Red Hat ci riserva anche una prima implementazione della tecnologia pNFS. Il protocollo NFSv4.1 consentirà di trarre benefici dalle topologie cluster.
Per quanto riguarda la problematica, quanto mai attuale, del crescente carico di lavoro: il file system XFS verrà dispiegato con una differente politica di memorizzazione dei metadati. Ritardando la memorizzazione di questi, sarà possibile dare un ulteriore spinta ai valori di throughput. Scalabilità significa anche poter eseguire compiti multipli: sarà possibile eseguire istanze di samba multiple, migliorando così l’integrazione con infrastrutture miste.
Completano la lista il supporto a USB3.0 e PCI-e 3.0. Migliorata anche l’esecuzione di ambienti virtualizzati in contesti cluster. Secondo i dati presentati le performance I/O sono state aumentate del 30%. Red Hat è un’azienda attiva e in piena espansione, nonostante la crisi economica. A mio avviso questo lo si deve principalmente alla velocità di adeguamento delle sue tecnologie con le necessità del settore enterprise. Un esempio da imitare.
Via | PCWorld
Red Hat Enterprise Linux 6.2, obiettivo storage é stato pubblicato su Ossblog.it alle 13:00 di mercoledì 07 dicembre 2011.
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