Proprio perché queste ricerche e test accurati richiedono tempo e risorse considerevoli, le nostre priorità sono basate sugli utenti e sui servizi che loro ritengono più utili in Android Auto. Sarebbe impossibile per noi soddisfare ogni singola richiesta ricevuta dalle aziende e dagli sviluppatori dei milioni di app per Android. La comunità degli sviluppatori lo sa bene e rispetta questa linea. Proprio per questo motivo, siamo rimasti enormemente sorpresi quando Enel X ha presentato un reclamo all’AGCM, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiedendo che la propria app per la ricarica di veicoli elettrici – JuicePass – venisse integrata in Android Auto, quando ancora non era disponibile una categoria per questo tipo di app sul nostro sistema.
È importante chiarire che le persone hanno sempre potuto scaricare e utilizzare JuicePass sul proprio smartphone Android. Ma a causa del numero ridotto di veicoli elettrici nel 2018, Android Auto non aveva ancora condotto un’adeguata ricerca su come permettere agli automobilisti di cercare, trovare e pagare una stazione di ricarica in modo sicuro – e durante la guida – tramite lo schermo dell’auto. Per mettere le cose in prospettiva, a quel tempo in Italia le auto elettriche erano circa una ogni 1.000 auto connesse, e meno di una ogni 10 milioni di dispositivi Android a livello globale.
Abbiamo cominciato a lavorare su questi aspetti nel 2019 e abbiamo invitato Enel a partecipare fin da subito, ma Enel ha preferito non farlo. A ottobre 2020 abbiamo pubblicato un nuovo modello che permette alle app di ricarica di funzionare secondo le linee guida sulla sicurezza di Android Auto. Da quel momento, molti sviluppatori – tra cui ChargePoint, EVMap, PlugShare e evway – hanno usato questo modello con successo e hanno pubblicato le loro app per la ricarica su Android Auto. Ma a differenza loro, Enel X ha scelto di non utilizzare il nuovo modello.
Nonostante i nostri sforzi e le nostre migliori intenzioni, lo scorso aprile l’AGCM ha emesso una decisione che impone una multa molto elevata ad Android Auto, un servizio che Google offre gratuitamente.
Abbiamo a cuore l’ecosistema dell’innovazione italiana, così come il futuro della mobilità e della sostenibilità nel Paese. Ma obbligarci a dare la priorità a servizi fatti su misura per le richieste specifiche di un’azienda, a discapito dell’attenzione necessaria per la sicurezza, le preferenze e i bisogni degli automobilisti, non può essere la giusta soluzione per gli obiettivi ambiziosi che l’Italia si è posta in questi settori.
Lavoriamo costantemente con le autorità di regolamentazione, e continueremo a farlo, ma siamo in forte disaccordo con le conclusioni dell’AGCM. Di conseguenza, oggi faremo ricorso contro questa decisione.


