“Nessuno viene hackerato. Per essere hackerato serve qualcuno con un quoziente intellettivo superiore a 197 e deve conoscere circa il 15% della vostra password“, Donald Trump, 2020. Quella che pochi giorni fa era l’ennesima uscita strampalata di Trump, l’ennesima dichiarazione dello zio pazzo e complottista d’America, è stata letta da qualcuno come una sfida. Non un hacker russo o cinese con strumenti ben più potenti, ma da un ricercatore della GDI Foundation, riuscito ad entrare nell’account Twitter di Donald Trump, il Presidente degli Stati Uniti d’America, in appena cinque tentativi e con neanche troppa fantasia.
