Apprezzo molto la nuova iniziativa di Google di aprire a occhi esterni i suoi datacenter, creando un sito, Where the Internet lives, ricco di meravigliose immagini — meravigliose, se come a me queste cose vi piacciono — o addirittura permettendone la navigazione con Street View. Hanno anche invitato all’interno di una di queste strutture un giornalista di WIRED, Steven Levy, che ovviamente poi c’ha scritto un articolo su quello che ha visto:
This is what makes Google Google: its physical network, its thousands of fiber miles, and those many thousands of servers that, in aggregate, add up to the mother of all clouds. This multibillion-dollar infrastructure allows the company to index 20 billion web pages a day. To handle more than 3 billion daily search queries. To conduct millions of ad auctions in real time. To offer free email storage to 425 million Gmail users. To zip millions of YouTube videos to users every day. To deliver search results before the user has finished typing the query.
Apprezzo l’idea per la stessa ragione per cui ho consigliato la lettura di Tubes: perché dà una consapevolezza della rete che troppi non hanno, perché mostra l’aspetto materiale e tangibile di Internet di fronte al quale molti restano, sul serio, stupiti. E perché è solo mostrando cosa è Internet davvero che forse ci libereremo di tutte le considerazioni che il modo di pensare attuale comporta: dal ritenere i business legati alla rete inconsistenti, fino al considerare scontato che tutto sia e debba essere gratuito.