Ubuntu 12.10, disponibile dal 18 ottobre, proporrà i risultati delle ricerche su Amazon nella Dash di Unity e Mark Shuttleworth ha deciso d’intervenire personalmente a illustrare le caratteristiche della nuova funzionalità, che ha subito portato con sé una scia di reazioni negative. Il meccanismo è semplice: accedendo alla Dash, le parole-chiave inserite nel modulo di ricerca restituiscono risultati ai contenuti presenti sul sistema o da internet e Amazon ha concluso un accordo con Canonical per inserire i prodotti in catalogo.
Quelli mostrati nella Dash sono gli stessi risultati che si otterrebbero effettuando la medesima ricerca su Amazon: Canonical non intende promuovere dei prodotti e non prevede l’inserimento della pubblicità. L’esperienza proposta da Quantal Quetzal è un abbozzo della trasformazione delle Unity sulle ricerche, poiché non è tuttora possibile ripartire i risultati per categoria e le informazioni ottenute dipendono essenzialmente dalle Lens installate. Amazon è attiva a livello predefinito perché risponde alle esigenze degli utenti.
Shuttleworth, in sintesi, sostiene che la maggioranza degli utenti di Ubuntu utilizzi Amazon con regolarità e l’ottenimento dei risultati di ricerca nella Dash semplifica l’accesso ai contenuti da acquistare. Ovviamente, Canonical trattiene una percentuale su tutti gli acquisti effettuati da Unity: un aspetto precisato meglio da Jono Bacon, mentre Shuttleworth l’ha giusto accennato — preferendo illustrare le conseguenze sui dati personali degli utenti. Canonical non fornisce ad Amazon le credenziali di quanti utilizzino Ubuntu.
Mark Shuttleworth difende l’inserimento di Amazon nella Dash di Unity é stato pubblicato su Ossblog.it alle 09:00 di lunedì 24 settembre 2012.