Diaspora – il social network che ambiva a diventare un’alternativa open source, distribuita e più “virtuosa” a Facebook – è stato trasformato in un progetto comunitario. La notizia arriva a pochi giorni di distanza dalla presentazione di Makr.io: un generatore di meme partorito dagli sviluppatori di Diaspora, riuniti in una nuova società. La coincidenza delle due comunicazioni lascerebbe intuire l’imminente abbandono della piattaforma costituita da un portale recentemente aperto al pubblico e un Content Management System (CMS).
Quest’ultimo, scritto prevalentemente in Ruby on Rails, è rilasciato sotto licenza AGPLv3: qual è, dunque, il significato della trasformazione? Chiunque possedesse un server che rispondesse ai requisiti poteva già installare il CMS di Diaspora e creare una comunità ex novo. Il termine «comunitario», nella circostanza, è piuttosto un sinonimo d’«abbandonato». Diaspora – nonostante le ottime premesse e la discreta raccolta di fondi – non ha mai ottenuto un grande successo e il nuovo progetto, Makr.io, è persino basato su Facebook.
Sia free software, sia open source, Diaspora non è stato accolto favorevolmente dalla comunità: tra gli sviluppatori che lo utilizzano abbastanza spesso c’è Máirín Duffy, la designer di Red Hat che contribuisce a Fedora. Gli altri, a prescindere dalle remore sulla privacy e sulla proprietà delle informazioni pubblicate, sembrano preferire Google+ — primo fra tutti, Linus Torvalds. Il futuro di Diaspora potrebbe essere simile a quello di Google Wave che, passato ad Apache, rappresenta un’esperienza pressoché archiviata. Peccato.
Via | Diaspora
Diaspora convertito in un progetto comunitario: è la scelta migliore? é stato pubblicato su Ossblog.it alle 09:00 di mercoledì 29 agosto 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.