Canonical ha presentato ieri Ubuntu Web Apps, una nuova funzionalità della distribuzione che fatico a definire ridicola perché, personalmente, utilizzerei un termine più volgare. Cerco sempre di essere pacato, nelle recensioni, ma questa “trovata” – che non mancherà di provocare dei commenti – è inqualificabile: in pratica, la società di Mark Shuttleworth ha creato dei collegamenti sulla barra laterale di Unity alle pagine di Firefox per i servizi più popolari, da GMail a Last.fm. Le icone aprono soltanto una scheda di Firefox.
Sarebbe stata auspicabile una finestra chromeless, già garantita da progetti di terze parti e dalle stesse funzionalità del browser di Mozilla. E, invece, Ubuntu Web Apps genera appena un link simbolico dal quale raggiungere la relativa scheda con Firefox: è un’ulteriore involuzione dell’approssimativa partnership stipulata con EA sui videogiochi — disponibili gratuitamente sul web e approdati «in pompa magna» sul Software Center. In sé, l’idea non sarebbe stata affatto negativa. È la pessima realizzazione approntata a deludere.
Disponibile in anteprima su Precise Pangoline, Ubuntu Web Apps sarà integrato ufficialmente a partire da Quantal Quetzal. La seconda novità legata all’infrastruttura riguarda gli Online Accounts: peccato, soltanto, che questi ultimi siano previsti da GNOME — su qualunque distribuzione installi il desktop environment. L’impressione è che Canonical stia cercando d’adottare il marketing di Apple. Ricordo benissimo l’entusiasmo degli utenti sul drag’n’drop in iOS 2.x. Purtroppo per Shuttleworth, gli utenti di Linux non sono fanboy.
Via | Canonical
Ubuntu Web Apps, la soluzione di Canonical sulle applicazioni dal web é stato pubblicato su Ossblog.it alle 11:00 di venerdì 20 luglio 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.