Le Open Educational Resource (OER) – ovvero, il meccanismo per la diffusione dei saperi accademici e non utilizzando linguaggi standard e licenze “aperte” – sono una priorità per l’UNESCO. A dieci anni dalla coniazione del termine OER, le Nazioni Unite hanno proposto e firmato a Parigi una dichiarazione d’intenti per incoraggiare i governi alla libera distribuzione della conoscenza in associazione col Commonwealth of Learning (COL). È un piccolo, quanto importante passo avanti nella condivisione della cultura nel mondo globale.
Poiché non se ne parla troppo spesso, è opportuno definire cosa siano le OER e perché sia importante la loro adozione. In estrema sintesi, le OER corrispondono nella divulgazione scientifica all’open source per il software. Sono pubblicazioni – spesso, di livello universitario – riguardanti scoperte, invenzioni, ecc. diffuse pubblicamente e con licenze permissive, che ne incoraggiano la ridistribuzione. Esempi virtuosi si possono trovare sul sito del MIT, di Berkeley o di Science — la rivista più quotata nel settore scientifico.
La Dichiarazione di Parigi, promossa dall’UNESCO, stabilisce in dieci punti la strategia delle Nazioni Unite sulle OER. Le istituzioni sono incoraggiate alla creazione di piattaforme per la diffusione delle OER a tutti i livelli: grazie all’Information & Communication Technology (ITC), i governi dovranno approntare soluzioni accessibili affinché gli istituti scolastici e i singoli cittadini possano liberamente usufruire dei documenti pubblicati. Un tassello fondamentale per consentire la maggiore apertura dei saperi alle masse.
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L’UNESCO scommette sulle OER, col summit e la Dichiarazione di Parigi é stato pubblicato su Ossblog.it alle 15:00 di lunedì 02 luglio 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.