GNOME OS – ovvero, la trasformazione del desktop environment in un sistema operativo – non è un’eventualità: è soltanto una questione di tempo. Richard Huges ha pubblicato un intervento nel quale descrive come funzionerà l’aggiornamento del sistema. Sarà ancora possibile installare le applicazioni durante la sessione, ma l’update dei componenti essenziali sarà gestito direttamente da GNOME 3.6. È una prospettiva destinata a suscitare reazioni contrastanti, soprattutto perché le distribuzioni utilizzano dei pacchetti differenti.
In sé, l’infrastruttura presentata da Huges è accattivante — e, tra le righe, allude a un certo legame con Fedora. GNOME OS utilizzerà PackageKit, col quale gestirà gli aggiornamenti in due modalità: alcuni componenti richiederanno il riavvio del sistema, una procedura che normalmente gli utenti evitano quando non è prevista la ricompilazione del kernel in utilizzo. Plymouth mostrerà l’icona e le notifiche per monitorare lo stato dell’avanzamento. Qualcosa che ricorda molto lo splash screen di Windows, se mi passate il paragone.
Un aspetto interessante, in fase di valutazione, è la possibilità di ottenere uno snapshot del sistema – utilizzando l’omonima funzionalità di Btrfs – per ripristinare la situazione precedente all’aggiornamento. Qualcuno ha detto Windows Recovery Environment? Sì, l’idea sarebbe quella. Non tutte le novità saranno già incluse in GNOME 3.6, perciò è escluso che Spherical Cow diventi automaticamente GNOME OS: potrebbe accadere da Fedora 19. L’obiettivo, a parte i paragoni con Windows, è un sistema sempre funzionante alla Mac OS X.
Via | Richard Huges
GNOME 3.6 e il futuro di GNOME OS: il nuovo aggiornamento del sistema é stato pubblicato su Ossblog.it alle 11:00 di martedì 05 giugno 2012. Leggete le condizioni di utilizzo del feed.