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Su Facebook per scoprire che lavoro farai

HomeSu Facebook per scoprire che lavoro farai

Facebook è il social network dove, anche quando ci proviamo, non riusciamo a mentire completamente su noi stessi. Anzi, spesso un occhio attento scopre di noi moltissime cose. E se vi riflettiamo la nostra personalità, perché non usarlo come test a sfondo lavorativo? Da qui l’idea di un’università americana.

Lo studio, che verrà pubblicato sul Journal of Applied Social Psychology, è frutto del lavoro dell’università dell’Illinois e del professor Don Kluemper, che ha avuto un’intuizione: reclutare dei cacciatori di teste (head hunter) professionisti chiedendo loro di valutare secondo le loro griglie interpretative i profili di 56 studenti dell’università. In dieci minuti. Sei mesi dopo, il confronto con le valutazioni dei supervisori ha mostrato identici risultati: all’ok dei selezionatori di personale, buoni voti; al pollice verso giù, cattiva condotta dello studente.

Secondo i ricercatori, Facebook potrebbe essere utilizzato come strumento predittivo, a costo zero e preciso, per valutare l’idoneità di un dipendente a un certo lavoro. Tuttavia, non mancano gli aspetti negativi di questa possibilità, perché se è vero che molte aziende ammettono di visionare i profili dei candidati prima di assumere qualcuno, è altrettanto vero che è considerato illegittimo utilizzare queste informazioni in modo discriminante.

All’abitudine, che andrebbe regolamentata, corrisponde – oggi lo sappiamo – un fondamento scientifico: Facebook è, tra le tante cose, uno strumento perfetto per gli esperti in grado di giudicarci dopo pochi minuti. Insomma, un colloquio di lavoro permanente e un po’ a nostra insaputa. Così, infatti, commenta il professore titolare dell’esperimento:

“Una delle differenze è che cambia il quadro di riferimento. Vuoi chiedere al candidato se è un gran lavoratore: su un test della personalità al dipendente verrebbe chiesto “Che tipo di gran lavoratore sei?”. Una delle critiche ai test di personalità è che possono essere falsificati. In una pagina di Facebook è molto più difficile (…) Ogni domanda che un reclutatore non può o non riesce a fare ha una risposta su Facebook.”

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